Il “Belnero” di Banfi è nato per celebrare l’esperienza e la passione trentennale che la cantina Banfi ha perseguito nella costante ricerca dell’eccellenza. È una bottiglia che si costruisce principalmente intorno al Sangiovese, vitigno di riferimento tradizionale dell’area di Montalcino, assemblato con due internazionali che in Toscana hanno ormai trovato il loro habitat naturale. Complesso al naso, mentre in bocca il sorso è scandito da un tannino energico e vivace, che ci fa percepire come il “Belnero” abbia una buona propensione all’invecchiamento. Formaggi stagionati, carni rosse grigliate e ricette a base di selvaggina: ecco come non sbagliare abbinando quest’etichetta in tavola.

Il vino “Belnero” di Banfi nasce da un blend dominato dal Sangiovese, in cui ritroviamo però anche due internazionali, Cabernet Sauvignon e Merlot, entrambi con un 10%. Le viti sono allevate nei vigneti della zona collinare meridionale del comune di Montalcino, caratterizzata da un terroir argilloso e calcareo e site ad un’altezza compresa fra i 170 e i 230 metri sul livello del mare. Il mosto fermenta in tini di acciaio e legno chiamati “Horizon”, mentre la malolattica si svolge in barrique di rovere. La fase finale di maturazione ha una durata di 14 mesi ed è effettuata in barrique.

Il vino rosso “Belnero” di Banfi si presenta all’esame visivo con un colore rubino, leggermente più tendente al granato nell’unghia. Complesso il profilo che si forma al naso, in cui i profumi di frutta matura si alternano a rimandi più floreali, mentre sul finale dell’analisi vengono fuori i legni dell’affinamento, assieme a rimandi tabaccosi. Importante in bocca, dove ha un ingresso deciso e vellutato al contempo grazie a un sorso rotondo e fasciante, offre una trama tannica che si avverte con una certa esuberanza. L’etichetta che, forse più di altre, racconta il forte e indissolubile legame di Banfi con il terroir di Montalcino.